Un caffé con Daniela Rossi

14 01 2010

docente di Storia della Grafica Pubblicitaria presso l’Università di Venezia e moderatrice della tavola rotonda 99>09: 10 anni di comunicazione.

Lei apre la prefazione al libro 315.619.200 secondi di comunicazione btb con una provocazione: “diversamente dal btc, la comunicazione btb risponde a regole razionali e a più strette logiche di mercato, ergo la comunicazione industriale può permettersi di essere brutta”. Ma è veramente così?
Ovviamente no. È appunto una provocazione per evidenziare un modo di pensare oggi superato ma che ha comunque caratterizzato l’agire delle aziende btb fino a pochi anni fa. Rispetto alle imprese btc è vero che le strategie commerciali sono differenti e che le logiche di marketing btb devono far leva su aspetti cognitivi e psicologici diversi. Ma è pur vero che il destinatario della comunicazione alla fine, per quanto tecnico, razionale o pragmatico, è sempre una persona che, adeguatamente stimolata e rassicurata, può scegliere un prodotto senza necessariamente essere condizionata soltanto dalle caratteristiche funzionali o dall’efficacia di un processo produttivo.

Quindi c’è spazio per la creatività nella comunicazione btb?
Non solo c’è spazio, oggi è assolutamente imprescindibile per fare della comunicazione efficace. Quando i committenti comprendono l’importanza di privilegiare la capacità di coinvolgimento rispetto al mero messaggio informativo, talvolta al limite del noioso, anche il btb riesce a esprimere campagne pubblicitarie interessanti ed efficaci. Quando nell’approccio progettuale l’emotional appeal conquista il ruolo di protagonista, allora la comunicazione industriale smette di sottovalutare l’intelligenza e l’esperienza del suo pubblico; tuttavia, solo la sperimentazione può portare alla consapevolezza del potere di un’immagine che, a volte, comunica meglio di mille parole.

E si sta sperimentando?
L’esperienza di Sintesi Comunicazione è una testimonianza concreta. Un decennio di buone pratiche, fondate su solide fondamenta professionali e progettuali e riassunte in un libro che può rappresentare il nucleo di partenza per noi studiosi per avviare un processo ormai necessario di storicizzazione della grafica pubblicitaria industriale.


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